Sto attraversando uno di quei rari momenti della vita in cui le cose vanno, non dico alla grande, ma vanno.
Quando il fatto di essere al verde non ti turba troppo, perchè comunque in un modo o nell'altro sai che tirerai avanti, e il fatto di essere attorniato da belle persone ed in circa salute ti basta.
Per qualche ragione sei finalmente in pace con te stesso.



Era da mesi che non mi sentivo tranquilla.
Vivevo con un avvoltoio sulla spalla, incapace di trovare pace. Non sono molte le cose tangibili che sono cambiate da allora, però per oscure (e osannatissime) ragioni ho ritrovato Max.
Magari da fuori non si vedeva troppo, ma chi mi conosce più intimamente sa che ero diventata più sfuggente. Non scrivevo a nessuno se non per rispondere.
Disegnavo meno per il piacere di farlo e più per non pensare al resto.

A volte basta un piccolo cambiamento per mutare. Rendersi conto che una persona ti piace davvero e non c'è nulla di male a concederti di essere felice.
Sembra un controsenso, ma alle volte le persone si abituano tanto ad una gabbia da temere di abbandonarla. Che sia una relazione, un lavoro, qualsiasi situazione deprimente può divenire una gabbia talmente familiare che l'idea di uscirne fuori ci spaventa.
Perchè certo la cella è triste e cupa, ma fuori potrebbe attenderci qualcosa di peggiore e (udite udite) sconosciuto. E ci si aggrappa alle sbarre a noi tanto familiari, fingendo che in fondo ci vada bene così. Ci raccontiamo che "chi si accontenta gode", e della gabbia cantiamo le lodi come un mantra.

Invece un po' d'aria fa bene.
Schiarisce le idee. Allontanarsi dal tormento e fare cose diverse, anche solo per staccare, rende la vita più fresca. Sto cominciando con l'ordine adesso.

Sono una casinista cronica, e l'unica cosa che mi azzardo a tenere vagamente catalogato è il mio computer, con 459 cartelle a seconda di disegni, foto, lavori. Che se qualcuno all'infuori di me dovesse cercare qualcosa necessiterebbe un team di esperti in crittografia. Ma almeno mi ci capisco.

Ho cominciato a entrare nell'ottica di lavorare con ordine e almeno per me ha funzionato, quindi spero funzioni anche per voi, ammesso che vi stia dicendo qualcosa di nuovo.

Nel fare illustrazioni succede che si abbiano da fare 87 cose in contemporanea. Rispondere a mail. Fare modifiche. Nel mentre ti contattano 3 rompiscatole su Skype e 1 cliente. E magari, dico magari, uno voleva pure fare una pausa.
Ho scoperto che a voler fare tutto non si fa niente, o si fa male, e ci si stressa da morire.
Mentre a far con ordine e lentamente si finisce prima.
Magia.

Ogni giorno guardo la sempiterna lista delle cose da fare, e scelgo le più importanti o urgenti, o in mancanza di quello semplicemente quelle che mi sento più in vena di fare quel giorno.
Le riporto su un post-it a parte e mi impongo di eseguirle in quell'ordine. Ne scrivo solo 2-3.
Succede allora che mi arrivi una mail di qualcuno che chiede una modifica.
Lo segno nella mega-lista ma subito torno a finire quello che stavo facendo e alla nuova richiesta nemmeno ci penso. Finche non finisco. Non importa se mi chiedono altre cose o mi viene in mente che avrei forse dovuto dare la precedenza ad altro.
La finisco con calma.

L'ordine delle altre cose può venire eventualmente cambiato, ma intanto ne ho finita una.
Spuntata la prima ne posso aggiungere un'altra alla fine.
Spesso segno anche piccole azioni come "Rispondere a Tizio e Caio" per non scordarmi.
Tra una cosa e l'altra mi sgranchisco le gambe.

Il risultato meraviglioso del fare poco e bene, e con calma, è che a fine giornata le azioni spuntate sono 5 o 6 magari, quando prima avevo la perenne sensazione di fare e strafare e non combinare mai niente. Il bonus di tutto ciò è la soddisfazione di poter apprezzare visivamente i progressi fatti, e ritrovarsi a fine giornata più tranquilli e appagati.

Può sembrare insensato forse, eppure per me funziona.
Considerando la mia attitudine all'entropia selvaggia, dovrebbe funzionare con tutti.
L'ordine chiama ordine come i soldi chiamano soldi.
Per la seconda teoria non ho prove empiriche per dimostrarla poichè mi manca la premessa iniziale, ma per come mi sento leggera direi che al momento mi accontento dell'ordine.
Voi, avete mai provato?

Prima la M, poi la A e concludo con la X.
Ponderatamente felice e vostra, Max


PS. Ho cominciato anche con la mia stanza. Una volta al giorno rabalto quello che c'è sulla scrivania alla ricerca di un oggetto da buttare (vi assicuro che ce n'è sempre) e uno da rimettere al suo posto. In capo a 200 anni potrei avere una scrivania decente.


Max Rambaldi in bianco e nero

DigitalMakeup

DigitalMakeup è il luogo in cui si nasconde Max, quando non disegna. Ed è un posto composto di Photoshop, invettive contro l'umanità e un sacco di gattyni.

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  1. E' assolutamente vero! Però non ci si pensa mai quando siamo sommersi di cose da fare. Io l'ho scoperto dopo che mi sono incasinata con gli esami..volevo strafare e non ho combinato nulla rimanendo indietro. Ora ho la mia bella lista di 7 esami e so che ne darò solo 2, forse 3, ma andranno bene e ne sarò soddisfatta!

    Per l'ordine della camera è tutta un'altra storia.. XD

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    1. il difficile è proprio trovare quei 3 secondi di lucidità per renderti conto che devi cambiare sistema.. uno dovrebbe farsi le targhette da mettere sulla scrivania XD

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